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Editor's Rating
Ecco la valutazione complessiva dell'adidas Springblade
9
Estetica
10
Innovazione
5
Comfort
5
Attrito
7
Ammortizzazione
La scarpa da running più particolare attualmente in commercio ha un grande mistero che l’avvolge ed il giorno del verdetto è arrivato. Dopo avere raccolto gli indizi in questo articolo ed avere “interrogato” l’imputato nella prova prodotto siamo giunti alla conclusione di avere svelato il mistero che si cela dietro alle adidas Springblade, ma andiamo con ordine e facciamo un riassunto delle puntate precedenti.
Circa sette anni fa l’adidas decise d’iniziare gli esperimenti per mettere sul mercato una scarpa da running che potesse avere delle componenti meccaniche simili a delle lame che svolgessero il ruolo di molla (da qui poi il futuro nome della scarpa da corsa: Springblade composta da spring che in inglese significa molla e blade che significa lama). La cosa che lascò perplessi tutti gli appassionati di running, e non solo, fu il fatto che da poco tempo tutte le principali Aziende produttrici di calzature da corsa avevano deciso di abbandonare prototipi che nella intersuola, la parte di scarpa che sta tra la suola esterna e la tomaia, presentassero delle componenti meccaniche. Adidas non lasciò ma anzi raddoppiò perché contemporanemante all’uscita della Springblade sui mercati del mondo si presentò la Boost di cui abbiamo parlato in questo articolo.
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Per capire il motivo di questa scelta misteriosa siamo andati in Cina e, dopo avere effettuato l’unboxing con Mr. Max Shangguan dell’adidas, abbiamo effettuato la prova prodotto, dividendola in due parti: la prima “singolare” e la seconda un po’ più seria.
Nella prima parte della prova prodotto ho verificato il potere di rimbalzo e di ammortizzazione offerti dalla suola lamellare della scarpa effettuando dei piccoli salti in avanti. L’energia in più si sente: non pensate di indossarle e di avere lo stesso slancio dell’Ispettore Gadget quando allunga le gambe con la molla, ma una “strana” sensazione di spinta la sentirete. Eccellente anche l’ammortizzazione.
Tra i punti di forza l’ammortizzazione, tra quelli di debolezza l’attrito
Nella seconda parte invece abbiamo effettuato una corsetta blanda di un’ora per verificare le altre caratteristiche della scarpa da corsa dell’adidas. La Springblade è come quello che gli amanti dell’equitazione chiamano stallone: se non hai un’adeguata esperienza non ci puoi stare sopra. La configurazione ed il bilanciamento delle lame è per corridori neutrali e varia in base all’altezza e, di conseguenza, al peso delle persone che la calzano: io che sono supinatore (corro scaricando la maggior parte del peso sul lato esterno dei piedi) e sovrappeso (ho più ciccia di quel che dovrei avere) non sono la persona più indicata per indossarle.
Altra nota dolente è l’attrito, ma questo si poteva notare già ad occhio: con la sua superficie ridotta ai minimi termini il grip tra la suola ed il terreno è minimo (in alcuni momenti può toccare il terreno anche solo una lamella).
L’estetica della scarpa è straordinaria: non passerete mai inosservati con la sua suola unica ed i colori sgargianti, anche se la sconsigliamo se dovete poi mettervi alla guida perché la suola, come scritto sopra, è minima.
Il punto di forza è però l’innovazione, che è anche la chiave per risolvere il mistero. L’adidas ha puntato tanto sulla Springblade perché vi sono una serie di componenti ultra tecnologiche che potrebbero rappresentare il futuro delle scarpe da corsa. Oltre alle giù citate lame vi è anche la soletta interna che svolge le funzioni da intersuola, ma anche i tessuti della tomaia sono molto particolari (e comodi). Insomma la Springblade rappresenta una finestra su ciò che sarà la scarpa da corsa nei prossimi anni. O almeno questa era l’intenzione iniziale.
Di seguito alcune immagini delle adidas Springblade prese dal sito adidas.com (immagini di proprietà di adidas):
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Agrigentino, Laurea Specialistica in Ingegneria Gestionale e Master in Strategie per il Business dello Sport. Attualmente lavora come Ingegnere addetto al controllo di qualità in una fabbrica di calzature. Giornalismo, viaggi e sport le passioni più grandi.
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